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Il silenzio ha molte sfumature.

Può essere:

Aguzzo                                   Provocatorio                                      Soffocante

Liberatorio      Ostinato                                 Irraggiungibile                                   Accogliente

Chiarificatore                         Attento                                   Sospeso          Beatifico

Assordante

Silenzio per cercare                                       Silenzio per trovare

 

Mettersi in ascolto significa presidiare la soglia del silenzio.
La prima regola del silenzio è tacere.
Si trova il silenzio solo se lo si interroga e non se lo si cerca soltanto.
Porre una domanda al silenzio e mettersi in ascolto, crea un profondo silenzio.

Si dice che il silenzio sia per le cose future e per le cose perdute.
Entrambi sono due diversi orizzonti del lontano.

A volte ho percepito che il silenzio è un posto. Soprattutto qui in Sardegna molti luoghi antichi hanno una particolare sonorità: il silenzio. Una vibrazione di “cose ferme”, un cadere del tempo che permettono al pensiero di depositarsi e allo spirito di ingigantirsi.

Per molti mistici il silenzio è il linguaggio della lingua spirituale.
È l’esicasmo[1] del respiro, quella frazione di tempo, una brevissima sosta, fra inspiro ed espiro. Il ritmo muto di ogni linguaggio, la sua dilatazione, la pausa fra una lettera e un’altra.

Che colore ha il silenzio per te?

Il silenzio si apre fra l’attesa e la pazienza.
Come ti ci trovi? Scalpiti? Ci affondi dentro? Ti trovi o ti perdi?

Il silenzio è buono, ha la qualità bianca della neutralità. Sa stare nel rumore, sa sostenerlo, senza reclamare la sua virtù.

Il silenzio è una via di accesso alla quiete, stato nel quale è più facile sentirsi parte della somiglianza con il reale[2].

Osserva quante volte la parola, cercando unione, ha reso la tua comunicazione divisa e dispersa nei suoi reconditi e plurimi significati.

Al silenzio tocca sostenere il rumore.

Potresti cogliere come, sotto ad ogni rumore, psichico e mentale, vibra il silenzio?

Quando il silenzio compare solitamente il mare emotivo alza le sue onde e lo assale.
Lo sovrasta di pensieri confusi, stancanti. Vicissitudini dello stress, dell’insonnia, dell’inconcludenza.
La normale prevalenza del rumore rende il silenzio remissivo, sottotono, ma persistente, tenace.

Puoi pensare che ogni qualvolta il tuo pensiero si faccia confuso è perché il silenzio sta reclamando di essere cercato da te?

Nel silenzio il rumore si ritira. Emerge una sorta di rivelazione, a volte il lampo di una intuizione.
Quando è così, poi compare la parola.
Successivamente, attaccata alla nuova parola, si affaccia anche la possibilità di un’azione.
Sarà una nuova azione che non ripete quelle precedenti, ma che essendo uscita dallo schema del vecchio rumore, e innova.

Al silenzio occorre il silenzio per farsi spazio e luogo.
Il silenzio è la parte ricca dell’assenza.

Il silenzio lascia dietro di sé una catastrofe di legnetti, spilli e bottoni. Vecchie coperte. Pensieri ormai ridotti al vuoto che manifestano la loro decrepitezza mentre anche il silenzio li abbandona.

Ecco perché il silenzio è una soglia di cambiamento.
Il silenzio fa cambiare. Mette in metamorfosi.

Quiete come pace.

Silenzio, quiete, sosta prima della tempesta?
Momento di cova della burrasca?

Il silenzio è un modo dell’attenzione.  Mano a mano che gli oggetti del rumore svaporano, il silenzio lascia emergere dallo sfondo nuovi oggetti.

Togliere qualche cosa dallo sfondo del rumore fa diventare il silenzio fratello della chiarezza. Della cura dovuta a ciò che ami e di ciò che rimane come parte ineludibile del tuo reale.

Vale questo per te?

Il silenzio è sfuggire alla cattiva opinione altrui.
Muta resistenza.
Ribellione non polemica. Un atto politico.

A casa mia si diceva: “Un bel tacer non fu mai scritto”

Vale la pena di considerare che il silenzio sia una porta per la libertà, la reale possibilità di sfuggire a quanto non si può cambiare. Non più ribattere. Non più chiedere. Non più precisare.

Se vuoi rimarcare qualche cosa, taci.
Se vuoi amplificare l’attenzione su di te, taci.

Se vuoi celebrare uno stato di grazia, taci.
Se vuoi vedere chi è l’altro, come si comporta, cosa manifesta, taci.

Il silenzio è un Amen.

***
Un abbraccio con silenzio.

Olivia

[1] Esicasmo è una preghiera recitata con il respiro.
[2] Quale reale? La vita che scorre è reale? Oppure è la manifestazione del Reale? Qual è l’anima dello spirito? È reale quello che senti? , ciò che interpreti da ciò che ti accade?

 

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