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La gioia è l’inconscio più profondo del mortale. [1]

La gioia è un sentimento delicato e tenue, bisognoso di cure come un neonato. Occorre saperla riconoscere nella sua forma embrionale per aiutarla a manifestarsi superando il rischio di abortirla con l’indifferenza e l’ignoranza del suo linguaggio soave e leggero.
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Il recupero delle “emozioni di piacere” [2] di cui la gioia è regina, è un passaggio fondamentale in qualsiasi guarigione dell’anima e della psiche.
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Qualunque sia stato il tuo dolore, per quanto profondo, in questo preciso momento sei consapevole che la tua capacità di provare emozioni piacevoli è stata solo temporaneamente sospesa, travolta dalle “emozioni di dolore” che hanno preso il sopravvento.
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Ti ricordo che la finalità delle emozioni di dolore è sempre quella di proteggerti da ciò che non sei ancora preparato ad affrontare.
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È importante tu sappia che la coltre fosca che ha seppellito le emozioni di piacere tende a permanere ben oltre il tempo necessario a proteggerti, dando così luogo a effetti secondari nocivi e inutili come l’addormentamento della tua coscienza e il congelamento delle tue emozioni di rinascita, di cui la gioia fa parte.
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Immagina un crocus in primavera, ancora seppellito sotto la coltre di ghiaccio e neve.
La luce e il calore sono prossimi, per ora solo un lieve tepore senza effetti psichedelici.
Così è il seme della gioia in te: una sensazione lieve, un richiamo flebile ma ineluttabile.
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Sappi che a un germoglio occorrono 300 atmosfere di potenza per bucare la terra, ovvero l’equivalente della forza di pressione che si trova a 330 mt. di profondità marina.
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Ci pensi?
Quanta energia è nascosta in un crocus a primavera?
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Quando un crocus fa capolino sulla superficie è potente e fragile nello stesso tempo.
Così come te ora potresti non renderti conto di quanta energia di gioia e potenzialità di amore hai sviluppato in questa fase oscura e congelata di vita.
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Immaginati crocus.
Senti sopra di te il peso della terra ghiacciata.
Avverti dentro di te il desiderio, la voglia di vedere la luce, il bisogno di sentire calore, l’emozione di provare nuovamente amore.
Raccogli ora ogni milligrammo di forza e spingiti con forza verso il Sole,
spingi al ritmo del battito del tuo stesso Cuore.
Coraggio Animo!
Coraggio Anima!
Sboccia!
Ammira la nuova vita che è in te!
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Ecco sì.
La gemma della gioia va ammirata perché il nutrimento di cui ha necessità ogni nuova cosa nascente, è la meraviglia, la sorpresa, il caldo benvenuto.
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Ti racconto un qualche cosa sulla gioia in modo che tu riesca a percepirne i primi segnali e a riconoscere l’avvicinarsi del disgelo, della primavera nel tuo cuore.

L’uscita dal cuore di ghiaccio

La gioia corrisponde a una sensazione di piacere che deriva dall’appagamento e dalla prospettiva di una condizione futura positiva.
È una tonalità piacevole diffusa, legata alla previsione di un bene sopravveniente.
Nella visione di Platone la gioia è una sensazione che accade in modo “conforme a ragione”, ovvero con equilibrio, in presenza di un fondato motivo.
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Quando invece l’anima esulta senza buone ragioni e senza misura, allora la sensazione di gioia diventa esaltazione, considerata un sentimento negativo proprio perché non consapevole, non attaccato alla realtà. Frutto più di una immaginazione o di una proiezione psicologica sul reale.
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La gioia è un sentimento che apre e anticipa.
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La gioia è legata alla sorpresa, a ciò che sopraggiunge gratuitamente, inaspettatamente.
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La gioia è l’arte di assaporare il piacere.
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Quando la gioia accade senza un’azione specifica da parte tua, allora è stupore, sorpresa.
Che gioia la vostra visita!!
Non mi aspettavo questo premio!
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Il sentimento complementare della gioia è la tristezza.
Il suo grigiore, il tono spento, il ritirarsi dell’anima nel posto più piccolo possibile, si contrappone diametralmente all’alba della gioia, al suo espandersi, al suo spingere dall’interno affinché qualche cosa si manifesti.
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Gioia è come una pulsione di nascita, una leggera e piacevole doglia che presagisce alla meraviglia del nuovo in arrivo.
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Della gioia basta il presentimento per far mutare il corso della giornata, per volgere il periodo nero al rosa.

Esercizio di gioia nascente
Immagina:
Visita ancora una volta, l’ultima, il castello grigio che giace assopito nelle profondità della tua mente.
È avvolto nella nebbia grigia e maleodorante di un maleficio.
Stanze, corridoi e saloni sono polverosi, spenti. Le persone, come statue, hanno occhi vitrei fissati su uno schermo invisibile.
Cuoche in cucine a fiamma spenta.
Dame coperte di ragnatele.
Cavalieri  bloccati in posizioni artritiche.
Il Re, recluso in un tempo ormai lontano.
La Regina, sfiora con la mente un orizzonte senza memoria.
Bambini sospesi e immobili sulle loro altalene lanciate nel cielo.
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Ora, in un breve istante, un battito di ciglia, un incanto sfiora il tuo castello: gioia.
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Tutto quello che era congelato, irrigidito in posizioni inerti, lentamente con grande grazia, riprende vita.
La polvere cade dai vestiti e i colori si accendono.
Il verde con le sue sfumature di prato.
Il blu smeraldo e turchese del cielo e del mare.
Il giallo con il suo calore solare.
Il rosso, vermiglio, carminio, rubino, brilla ora nella luce che accende i calici di vino in mille barbagli.
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L’antica tua vita umana, quella che avevi prima del sortilegio di Tristezza e Dolore che ti hanno impietrata in una forma diminuita del tuo Essere, ora torna a fluire nel tuo sangue, nel tuo respiro, mentre dalla tua bocca una brezza leggera lascia fluire nuove parole.
Parole d’amore e gentilezza.
Disgelo.
E gioia sia!
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Della gioia sono amiche la gentilezza, il sorriso, la delicatezza, la sorpresa, lo stupore, la meraviglia. Il farsi lieve delle ore, la voglia di esplorare e di scoprire cose nascoste.
Il gioco.
Il desiderio di completare ciò che tempo fa hai lasciato travolgere dal fiume di Tristezza.

La gioia è, di tutti i sentimenti di piacere, quello più spirituale

Nella mistica di ogni religione è la gioia a guidare il discepolo verso la conoscenza dei misteri sul Tutto o il Niente.
La gioia unisce, ammorbidisce, abbassa le difese della personalità dolcemente.
La gioia permette che il Nuovo si insinui con delicatezza nella mente rendendo la vita piena di senso.
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Per Spinoza, un filosofo del XVII secolo, la gioia è “accoglimento della necessità del tutto”. “Necessità” è ciò che non può non essere mentre “tutto” è ciò che, imperturbabile ai voleri umani, non dipende da nessun’altra coscienza che quella divina.
La gioia è quindi lo spazio del divino là dove, essa immutabile, si fa eterna.
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Si può anche dire che la gioia sia una misura dell’amore.
La sua presenza o la sua assenza rivela la qualità della capacità di amare.
Chi ama poco e male impoverisce tutte le cose privandole della possibilità di essere espresse in gioia.
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La gioia acuisce il senso del ritmo.
Nella gioia si danza, si suona, si canta.
Il ritmo della vita si fa sincrono a quello del cuore.
Il tuo essere ebbro di gioia danza e viaggia alla velocità della luce, esplora universi, galassie e firmamenti.
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La gioia è il tuo essere cielo e il suo centro.

Cura la tua gioia nascente

PRIMA COSA

Credi fermamente alla gioia.
Credici senza ragione, con la forza e la invadente sicurezza che, al solo crederci, Gioia farà capolino nella tua esistenza.
Credici con fede, non con fiducia.
La fede è dell’impossibile, del miracoloso, dell’imprevedibile, di Lazzaro morto che resuscita.
La fiducia è di ciò che prevedibilmente accadrà: “Lo si sa che dopo la tempesta arriva il sereno”.
La fiducia è una forma timorata e poco coraggiosa della fede.

SECONDA COSA

Accorgiti del suo pulsare.
I segni anticipatori della gioia sono:

  • Il farsi profondo del respiro. Hai presente quando “prendi più aria”? Quando spontaneamente, il tuo petto si dilata e la cassa toracica si fa più ampia? Sentire quel leggero fremito sottopelle, tipico delle giornate di sole che ti fa dire: “Oggi è bello”
  • Sentimento di fiducia: quello stato di rassicurazione sul fatto che il mondo e le sue persone sono bendisposte verso di te.
  • Il sentimento che tutte le cose intorno a te siano gioiose. I monti brillano, il sole ride e pure l’asfalto, con i suoi colori iridescenti, è meraviglioso.
  • La voglia di danzare.
  • Certi sogni dalle emozioni molto vivide. Non importa se piacevoli o perturbanti, quello che conta è la vividezza.
  • Improvvisamente trovi un “senso”, una motivazione di giustezza su tutto ciò che accade intorno a te.
  • Se quando parli ti “manca una parola”, se ti capita che spesso cerchi un modo preciso di dire qualche cosa, qualsiasi cosa, sappi che quello è il lavoro della gioia perché la creazione è il suo obiettivo, la creatività il suo lavoro segreto.

Quando gioia non sa di se stessa, intesse fili segreti di cellule di creature che non hanno ancora nome, né vita, né sapienza o destino.
Quando gioia è ancora ignara di sé, scaturisce scintille rosse da cui i fuochi del rito. Fiamme intorno a cui donne uomini danzano il ritmo del cuore.
Quando gioia è in nascere, l’aria si convoglia in respiro, che come un filo di seta trasparente, fiuuuuuhh, entra in narici e cuori ancora sopiti a portare vita e amore.
Quando gioia è all’oscuro, gocce d’acqua cominciano a saltellare di erba in erba, di fiore in fiore portando la memoria del lungo tempo, il sentimento di eternità che all’umano, non ancora intriso di gioia, sfugge come un delicato pizzo dalle mani per una folata di vento.
Quando gioia non è ancora Gioia, la fosforescenza al centro della terra sta forgiando rubini, smeraldi, diamanti, carbone. Il calore fonde il carbone, il rame, l’oro
Ippogrifi, amebe, centauri, unicorni e draghi stanno nascendo insieme a Te.
Tu sei come loro, gocce, respiro, gocce, pietre, fiore e loro sono come TE.

 TERZA COSA

Interroga la gioia che ti chiama, interpreta i suoi inviti.
Chiedile da dove viene.

Molti anni fa, praticando il buddismo tantrico, ho ricevuto da Selene Calloni il dono questo mantra che ora ti passo. Si tratta di una iniziazione segreta, non perché non sia sbandierata su libri, articoli e quanto altro ma perché io lo sto pronunciando della camera segreta del mio cuore affinché sia vero in Te.

Che tutto in te sia gioia, questa è la tua meta!

 Con amore
Olivia

[1] Destino della necessità Severino E. 1980 pa. 594-595. Cit. in Dizionario di Psicologia Galimberti U. Pag. 433

[2] Vedi dispensa sulle emozioni

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