E OGGI???
Per guadagnare la tua libertà di cuore
NON C’E’ DI MEGLIO CHE UN BEL FUNERALE!!
Poche cose sono oggetto di evitamento e rimozione come i distacchi.
Tutti: la morte, gli abbandoni, le malattie sono parte di un tabù, una sorta di divieto emozionale dettato da una cultura, quella occidentale, che nega la continuità della vita nella morte e che vuole relegare il passato al solo passato senza riconoscerne la permanenza nel presente.
Perciò, da che mondo è mondo, e in tutto il mondo, le culture hanno costruito riti di distacco e di chiusura per permettere di separare l’oggi da ieri e il vivente dal morto.
Il rito del funerale ha esattamente questo scopo. Anche i riti di Luna Piena e Luna Nuova hanno lo scopo di definire dei cicli.
La potenza di ogni rito di questo tipo consiste nel permettere di chiudere una parentesi, mettendo il punto ad una situazione.
Da un punto di vista psicologico i riti di chiusura hanno la caratteristica di fermare il gioco della mente che rivuole un passato ormai impossibile e, cosa ben più importante, di aprire lo spazio del cuore a nuove affettività, nuovi modi di andare incontro alla vita.
Un passaggio importantissimo di questa fase emozionale è l’interiorizzazione delle proprie risorse affettive. Queste risorse, un vero e proprio Tesoro, risiedono stabilmente nel Cuore, organo metafisico della capacità di affezionarsi, di amare e di provare sentimenti di unione con gli altri e con il tutto.
La conformazione dell’essere umano è fatta in modo che la sua capacità di amare venga risvegliata dall’altro, sollecitata e così pare che L’ALTRO ne sia il PORTATORE.
In realtà sei tu che proietti il tuo amore fuori da te, lo appoggi, per così dire su una persona, un OCCASIONALE OGGETTO D’AMORE.
L’amore resta il tuo, è generato da te e l’idea che l’altro se lo possa “portare via” è irreale come è irreale che qualcuno possa rubarti il battito del cuore.
Ricordo un giorno di una ventina d’anni fa. Stavo soffrendo per una relazione d’amore che non partiva. C’erano bei presupposti ma l’uomo in questione, più che intensi incontri notturni, non concedeva. Non era sposato, non aveva vincoli esterni né obblighi che gli impedissero di ampliare il raggio della nostra frequentazione. Non capivo dunque cosa impedisse che il sentimento di scambio e di unione sia erotica che intellettuale potesse diventare qualche cosa di più. Che si andasse a sciare, che si passeggiasse, che si cucinasse insieme.
La mia amica B. mi ascoltava paziente e nulla diceva, ben sapendo, saggiamente! che non si interrompe né si arresta un fiume di lamentele e recriminazioni. Bisogna lasciarlo scorrere finché si calma. Dopo un lungo silenzio, abituale nelle nostre conversazioni, se ne esce con questa frase:
“Bionda, stai serena lui è solo un occasionale appoggio del tuo amore.”
Ecco, questa sua considerazione mi ha permesso di “ritirare” il mio sentimento dentro di me e di prendere tutto quello che provavo smettendo di proiettarlo su S., che di fare il telo del cinematografo delle mie fantasie proprio non ne aveva voglia.
Come un panno messo fuori ad asciugare che, una volta asciutto non può asciugarsi di più, va ritirato, piegato, stirato e messo via perché lasciarlo di più all’aria e al sole nulla aggiungerebbe all’asciugatura, così bisogna imparare a ritrovare il Tesoro del Cuore.
Sono partita per un viaggio in India. Ho visitato luoghi meravigliosi e ho dimenticato di controllare il cellulare ogni dieci minuti.
Nella mia esperienza ci sono due grandi categorie di lutto[1], ciò che riguarda qualche cosa che era presente e ciò che riguarda un desiderio, un ideale che non si sono realizzati. In entrambi i casi temi come la nostalgia, l’assenza, e il sentimento dell’impossibilità fanno sviluppare i “sintomi” del dolore da lutto.
Smarrimento, paura, abbandono, perdita di vitalità, ansia, pensieri ripetuti, fantasie di realtà, immaginazioni riparatrici.
Nelle varie fasi del lutto ci sono dei TENTATIVI DI AUTODIFESA DAL DOLORE CHE “CONGELANO” IL CUORE
Nel tentativo di prendere le distanze da ciò che non è più, la rabbia, per esempio, ha un grande ruolo.
E’ una forte energia che aiuta, temporaneamente, il distacco.
Ti faccio degli esempi.
1) Potresti esserti costruito un teatro nel quale l’altro non è più quella “cosa buona” che hai amato ma diventa l’insensibile, il bugiardo e altro ancora che risponda ai caratteri del “criminale” affettivo.
2) Potresti raccontarti che non hai mai amato, che si è trattato di una passione erotica che non ti ha davvero toccato il cuore.
3) Potresti anche raccontarti che hai “ceduto” alla relazione per allontanarti da un’altra.
Nel tentativo di non amare più, forse hai distrutto, demonizzato, e tolto valore all’altro.
Per distaccarti ti sei arrabbia, arrabbiato, hai colorato l’altro e la relazione come “brutta”, “malata”, “sbagliata”.
Bene questo processo molto naturale ha un effetto perverso che consiste nel TOGLIERE VALORE A TE STESSO O A TE STESSA, all’amore provato, a ciò che nella purezza del cuore hai donato. A ciò che, nell’esserti abbandonato, HAI SAPUTO RICEVERE.
L’esito benefico della svalorizzazione, ovvero l’apparente distacco dell’altro è di breve durata.
Frasi come:
“Meno male che me ne sono liberata!”
“Che errore sarebbe stato continuare così!”
“E’ una persona impossibile, avevo già capito tutto sin da subito ma io …”
“E’ colpa mia avrei dovuto, potuto…”
“Anche se avessi fatto-detto-questo-quello nulla sarebbe cambiato”
hanno un retrogusto molto amaro nel tempo perché non permettono il mantenimento del “buono” dentro di sé e lo trasformano in “brutto”, “amaro” e “cattivo” che rimane dentro al Sé
Anche la spiritualità arriva spesso in (falso) soccorso a chi soffre per amore.
Idealizzazioni sull’ “amore vero”, sulle caratteristiche che un amore autentico, profondo e spirituale devono avere divorano la realtà emozionale di dolore di chi si appella ai “piani superiori”. Questa particolare via di fuga allontana PER IL FUTURO il piano tangibile della relazione. Ogni incontro risveglia infatti sia la parte luminosa del sentimento che si risveglia ma al contempo costringe ad inoltrarsi nel territorio dell’incontro che è sempre fatto di paure, incertezze, desideri che rendono fragili e vulnerabili. Chi ha sviluppato una forte ideologia sull’Amore Grande, si ritirerà dal piano tangibile del sentimento amoroso squalificandolo non appena qualche suo elemento si presenterà difforme dall’ideologia spirituale abbracciata.
LA DOMANDA D’AMORE DIVENTA IMPOSSIBILE
Anziché avvicinarsi all’AMORE TANGIBILE ci si allontana verso un AMORE IMPOSSIBILE proprio perché annunciato alla psiche in una forma troppo precisa che non lascia scampo alla realtà di sorprenderti.
Ero con delle amiche in gita ad Amalfi.
Tre donne romantiche in attesa di Amore.
“Come ti piacerebbe che fosse il tuo prossimo innamorato?”
“Bello, alto, simpatico, realizzato”
“Bla bla bla …”
“Guarda, a me va bene tutto purché mi ami ma, se devo dirti una cosa che proprio non potrei sopportare è che portasse i calzini bianchi.”
“Eh??? Cioè, vorresti dire che se si presenta uno come lo vuoi ma con i calzini bianchi dentro ai sandali modello tedesco, tu rispondi picche?”
“Sì”
I “calzini bianchi” sono diventati per tutte noi una metafora di ciò che allontana dalla possibilità di esperienza.
Il pregiudizio immaginale era così forte da non far recedere la mia amica dal suo divieto ai “calzini bianchi”.
L’esempio è prosaico ma ti può rendere l’idea di cosa succede quando un pregiudizio, qualsiasi pregiudizio, opera nella sua visione sulle cose: l’altro diventa un NON-CALZINO-BIANCO. Il che non è dissimile dal farne un cavaliere con manto azzurro su destriero bianco oppure una penelope sempre in attesa del ritorno dell’amato.
Torniamo al lutto alle sue fasi, ai suoi sentimenti e atteggiamenti ma soprattutto ai suoi stratagemmi che ti aiutano a emanciparti dal suo dolore.
Ecco le tre fasi di passaggio e alcuni suggerimenti strategici.
Calati in ognuna di queste fasi e osserva quale di queste è la tua in questo momento.
Usa le sue frasi stratagemma per qualche giorno.
Scrivile su un notes e fanne dei piccoli mantra.
Osservati, osserva il resto del mondo e soprattutto osserva cosa cambia nella tua percezione.
I. LA FASE ROSSA
Il dolore è cocente, nel senso che cuoce le tue giornate, letteralmente fa bollire la pelle, organo del contatto, in eruzioni e rossori cutanei.
La disperazione, che solo il sentimento della solitudine radicale può accendere, divora i minuti del quotidiano impedendo di poter fare altro che piangere e stare stesi sul divano. O digiuni oppure mangi come una portaerei.
La rabbia, che consiste nella necessità di tenere vicino allontanando.
Visualizza una rissa per un insulto stradale. Tizio offende Caio dalla sua moto. Caio esce dalla sua auto e risponde all’insulto prendendo Tizio per il bavero e insultandolo in faccia. Ecco cosa significa tenere vicino allontanando. La rabbia, con il suo corteo di aggressività, mina i rapporti con familiari, colleghi e amici. Giri per le strade a occhi e labbra strette e tese.
Sentimenti di fuga, voglia di dimenticare, negare, cancellare: “Ah come vorrei non averlo mai conosciuto!”
Gli istinti di LOTTA e FUGA sono attivi nella fase I. Il cervello antico, primordiale è attivo nella modalità di difesa da “attacco pericoloso” perché la sua vita è in pericolo, il Sé è stato mangiato da una belva feroce.
Occorre tranquillizzare, rassicurare, stare vicino.
PENSIERI STRATAGEMMA:
Quando il dolore è acuto, dì a te stesso o a te stessa:
“Va tutto bene.”
“Quello che provo è normale. Sono un cucciolo d’uomo lasciato solo nel mezzo della foresta, è normale che io sia terrorizzato”
“Respiro, nonostante tutto sto ancora respirando.
“SONO VIVO”
“SONO VIVA”
“Va tutto bene, è tutto normale, così come è di solito in questi casi.”
“Non provo emozioni perché sono in modalità DANGER. Quando mi sarò calmata, calmato, uscirò dalla tana.”
II. LA FASE GIALLA
Tristezza. “Sono triste, non riesco a recuperare gioia di vivere. Da un lato voglio “lasciar andare”, dall’altro non riesco a cancellare, dimenticare …”. La tristezza ti fa venire la pelle leggermente floscia sul viso. Il tono muscolare è in discesa.
“Mi sento solo.” “Mi sento sola.”
“Ho un tremendo senso di vuoto, il mondo non mi interessa”
Noia. “Il lavoro mi annoia, le persone mi stancano.” “Non c’è niente di interessante”,
Solitudine. “Avrei anche desiderio ma non c’è nessuno che mi stimoli.”. Lo sguardo è veloce sulle cose, non si sofferma, non guarda, non vede.
Delusione. “Non sono proprio capace di trovare chi mi voglia bene.” Gli occhi sono bassi e guardano il pavimento.
I sentimenti le emozioni stanno ricomparendo, dopo la fase di dolore e congelamento, ma sono generalmente sentimenti di privazione, come la tristezza. Sono sentimenti “difesi”, “vorrebbero”, sono condizionati negativamente e perciò non si sentono sicuri di non incorrere in nuova disperazione. Come cuccioli che guardano sospettosi fuori dalla tana, attendono che il “tempo sia buono” che splenda il sole, che non ci siano esseri minacciosi “là fuori”.
PENSIERI STRATAGEMMA:
“Sto vivendo un vecchio schema. Ho avuto paura più volte in passato ma ho ricominciato a vivere.
Ricordo quella volta che … e da allora … quanta strada!
“Sto elaborando molte memorie simili. Non è questo unico fatto ma una sequenza di fatti simili che fanno “massa” nella mia emotività.”
“Posso cambiare il peso di questa memoria un passo alla volta.”
“Ci casco sempre ma sempre meno.”
III. LA FASE AZZURRA
Desiderio. Il sentimento torna a spaziare. L’umore sale da sotto le scarpe a livello degli occhi. Lo sguardo si fa diritto e si connette con altri sguardi. La voglia di vivere ti spinge a cercare persone con cui condividere qualche cosa. Inviti a cena qualcuno di piacevole.
Speranza. Stai aprendo la porta del cuore. Un tocco alla maniglia, uno spiraglio, una fessura. La porta è aperta.
Certezza Sai per certo che tutto quello che hai passato, è servito in qualche modo a renderti più forte, più sensibile, più qualche cosa.
Fede. Ogni cosa nel suo giusto posto.
Questa fase è quella di rinascita. Gli eventi sono accolti per quello che sono. Si guadagna la capacità di rendersi autonomi dal passato, il che non significa cancellarlo, anzi. Il passato si trasforma in un “oggetto buono”, qualche cosa che indipendentemente dagli esiti ha nutrito, arricchito.
Lui-Lei se ne sono andati e questo è un fatto (non è più una colpa, non una vendetta, non un errore ….) In questa fase anche se senti che la storia non è chiusa ricominci a vivere e rinunci ad attendere.
“Sarà quel che sarà perché comunque io sento che il mio “sistema” emozionale sta trovando una nuova armonia.”
Questa è la fase della nuova creatività, delle nuove amicizie, dei nuovi pensieri.
E’ anche la fase nella quale la parte spirituale si fa autentica e non solo una stampella del dolore.
Meditazione, preghiera, pratiche ritornano ad assumere il loro pieno valore di ricerca coscienziale e di esperienza metafisica.
PENSIERI STRATAGEMMA:
“Sono parte della Vita, tutto in me è attivo.”
“Mi accorgo dell’armonia intorno a me.”
“Io”
“Io sono”
“Io sono qui”
“Ora ti racconto una cosa”
***
Come sempre grazie per la tua lettura.
Attendo le tue osservazioni.
Grazie, grazie, grazie.
Con amore
Olivia
[1] Lutto è il sentimento di profondo dolore che si prova per la morte di una persona cara. La parola “lutto” deriva dal latino piangere. Mestizia, tristezza, cordoglio sono suoi sentimenti accessori.