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Prima di scrivere lettere d’amore o messaggi in tempo di litigio è importante prendersi cinque minuti per evitare di aggravare la crisi da soli

L’obiettivo principale del percorso #ÈOraDiAmare che ho creato per sostenere tutti coloro che vivono una crisi nel loro rapporto o che non riescono a uscire da una storia terminata da tempo, è quello di riuscire a trasformare o chiudere la tua storia d’amore con Amore per permetterti di conservare qualcosa di nutriente della relazione o di salvare tutto ciò che ne permetterà la prosecuzione in modo equilibrato e felice.

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A proposito delle Lettere e dei messaggi in tempo di dubbio e crisi il primo check da fare è rispondere sinceramente a queste due domande:

Inviando la tua missiva vuoi ottenere qualcosa?
Oppure invece,
Vuoi dare qualcosa?

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Ottenere
Potresti avere bisogno di riconoscimenti e di valore, potresti voler riprendere la relazione. Potresti avere bisogno di sfogarti, di vendicarti. Potresti volere delle spiegazioni o altro.

Dare
Forse hai desiderio di offrire spiegazioni o scuse o chiarimenti. Potresti anche voler offrire un sostegno al tuo partner.

Offendere
Magari hai bisogno di sfogare la tua rabbia, di far vedere quanto vali, di dimostrare che “non te ne frega nulla”, che il tuo partner sta sbagliando tutto.

In tutti i casi entrare nel territorio dell’Altro quando ci sono malintesi o sospensioni in atto richiede moltissima lucidità e molto rispetto, soprattutto per quella te stessa che si sveglierà domani mattina.

Per essere, più o meno, sicuri di avvicinarti a ciò che davvero desideri comunicare prima di inviare la lettera, inviala a te stesso o te stessa.
La sera metti i fogli nella busta sul tavolo dove solitamente fai la colazione.
Leggila appena sveglio con la stessa attenzione di chi non ne conosce il contenuto.
Ascolta dentro di te l’effetto che fa.

L’obiettivo di questa pratica è costringerti non a pensare all’effetto che le tue parole faranno al destinatario ma che effetto fa a te “ascoltare” ciò che hai scritto.

Ti ritrovi in quello che hai scritto?
La persona che desideri diventare, il cuore dentro di te, scriverebbe quelle parole?
Sono quelli gli argomenti importanti per te e per la tua vita?
Ti piaci?
Ciò che hai scritto corrisponde al tuo modello di amore?

Chiudere o trasformare una storia con amorevolezza non vuol dire che la relazione continuerà, magari sotto forma di pacata amicizia.
Sono infatti rare le relazioni che da amorose si trasformano in solidali amicizie.

Chiudere con amore vuole solo dire che, nelle fasi cruciali della relazione, avrai cura di mantenere lucidamente buona cura di ciò che rimarrà dentro di te.

Ogni relazione infatti dura ben oltre la sua fine.

L’altro è stato amato.
Lui o lei, è stato per un periodo il tuo esperimento d’amore, l’appoggio della tua capacità di amare la tua misura dell’amore che sai dare e ricevere.
Questa possibilità va conservata come un dono prezioso nel cuore.
Spesso invece, la delusione stravolge in cattivo sentimento ciò che si è amato.
L’altro diventa emblema di negatività a vario titolo, lo stronzo, la stronza per eccellenza.

Il peggior autogoal, quando decidi di scrivere in periodo di crisi o subito dopo un litigio, è quello di sentirti meglio per cinque minuti e peggio dopo che hai inviato la lettera.

Non barare con le brutte copie. Scrivere e riscrivere non conta molto alla fine della comprensione di te stessa.
I tentativi finiti a carta straccia non contano per osservarti nello specchio di quello che scrivi.
A questo fine vale solamente leggere la tua stessa lettera, come se ti fosse indirizzata.

Nelle lettere di rivendicazione si spendono moltissime parole per definire le incongruenze, le falsità, le ambiguità dell’altro come se questo tipo di affermazioni potesse risvegliarlo a nuove illuminanti consapevolezze capaci di rimetterlo sulla stessa strada che tu vorresti percorrere.

Nessuno migliora se stesso dopo essere stato accusato.
Tu lo faresti?

Considera poi che, forse, l’altro conosce abbastanza se stesso da sapere quali strategie adotta in caso di difficoltà: fuga, labilità, sottrazioni, vituperi.
Forse  invece il tuo partner non conosce ancora bene i modi in cui “se la cava” in caso di difficoltà, ma se non ha chiesto il tuo aiuto esplicitamente, non sei tu la persona indicata per offrirgli “illuminazione”.

Nelle lettere di pentimento invece si spendono troppe parole intorno a se stessi. Parole che spesso non hanno reale cura dell’altro, anzi, magari rivelano cose che era meglio tenersi per sé. Queste missive hanno precipuamente un solo scopo: rifarsi una faccia, sentirsi meglio scaricando sulle spalle dell’altro, roba tua.

In ogni caso quando si è “a lettere”, in tempo di crisi, vuol dire che si è infranta un’illusione e che ti tocca fare i conti con la realtà senza cercare di manipolarla “ad effetto” o in modo poeticamente letterario.

Qual era a tua illusione?
L’amore eterno? La sincerità?
Cosa volevi dalla relazione? Quale era il grande sogno che all’inizio l’ha abitata?
Infine, tornando a bomba, cosa vuoi ottenere da questa lettera?
Cosa vuoi donare al ricevente con le tue parole?

Nelle diverse lettere d’amore in crisi su cui ho lavorato, ho notato che raramente chi le scrive parla in prima persona. Citazioni, verbi riflessivi, “tutti sanno che”, condizionali, falsano il piano del tuo voler dire qualche cosa e non permettono all’altro di sentire la tua empatia, la tua verità, i tuoi sentimenti.

Scrivi di te semplicemente. Apriti e parla di te più che del partner.

Un buon trucco per pulire il tuo scritto da eccessi è quello di scrivere a te stesso una lettera sulle tue emozioni in modo da chiarirti prima di scrivere ad altri. Prova a seguire lo schema:

LETTERA A TE STESSA SULLE TUE EMOZIONI:

RABBIA:
quello che mi sta facendo davvero arrabbiare è il fatto che…
sono frustrato se penso al fatto che…
non ne posso più …

TRISTEZZA:
mi sento scoraggiato ed avvilito rispetto a…
mi sento ferito…
ho l’impressione angosciosa che…
perdo la forza di dirti che…

PAURA: 
ho dei timori, delle preoccupazioni rispetto a…
ho bisogno di…
temo che…
non riesco più a vedere un futuro…

GIOIA:
nonostante tutto, quello che mi rende davvero felice è…
sono contento di ripensare a…
se ci penso meglio posso dire di positivo che…
nonostante tutto però …

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Infine, ecco come interpellava se stessa la Regina Elisabetta d’Inghilterra quando qualcuno la sollecitava a prendere posizione su un argomento. (Sceneggiato The Crown).
Inutile dirti che queste tre domande mi hanno risparmiato un sacco di parole gettate al vento e che, come a me sono state utili a un sacco di persone!!

“C’è bisogno di dirlo?”
“C’è bisogno di dirlo ora?”
“C’e bisogno che sia io a dirlo?”

Con amore
Olivia

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